venerdì 3 maggio 2013

Pensionato vittima di furto d’identità costretto a versare 700mila euro


La Gazzetta del Mezzogiorno, riporta un’assurda vicenda che ha come protagonista Equitalia. Pier Giovanni Vandelli, residente a Specchia è stato costretto a versare 700mila euro ad Equitalia, in quanto risulta imprenditore, ma solo perché è stato vittima di un furto d’identità. Il signor Vandelli, risulta come titolare della cooperativa “Risorse Brianza” con sede a Messina. Ma l’uomo, ex proprietario di un ristorante di Bologna, non è mai stato imprenditore, ne tantomeno è stato in Sicilia.Il signor Vandelli racconta così: “ Nell’ottobre 2011, ho ricevuto la prima cartella esattoriale da Equitalia, che mi chiedeva di corrispondere un primo pagamento pari a 470 mila euro. Subito mi sono recato alla Camera di Commercio di Bologna, dove ho scoperto di essere stato registrato come imprenditore. Di fronte alla mia sorpresa, mi hanno detto che probabilmente avevo subìto un furto d’identità”. Infatti dei malfattori avrebbero creato una società fittizia, intestandola al pensionato Vandelli per ricevere dei finanziamenti. Equitalia una volta scoperto l’imbroglio ha risposto a Vandelli: “La sua pratica è tutta computerizzata. Lei faccia quello che deve fare, paghi il debito accumulato, poi le restituiremo i soldi, quando sarà dimostrato l’imbroglio”.Vandelli disperato, dichiara di non poter pagare quella somma, così si mette in contatto con il commercialista Maurizio Spadini, responsabile della nascita della “Risorse Brianza” che gli risponde di aver eseguito solo delle disposizioni che gli furono date. Il signor Vandelli, denuncia l’accaduto alla Guardia di Finanza, la quale consiglia all’uomo di rivolgersi ad un avvocato, che però non può permettersi. La vicenda continua nella Regione Sicilia, che diffida Vandelli e commissaria la Società che non è mai esistita richiedendo al pensionato “tutta la documentazione e un inventario dei beni della Cooperativa”.All’ultimo arriva anche l’inps, che attraverso una serie di ingiunzioni chiede al signor vandelli di pagare i contributi dei dipendenti di quella che risulta essere la sua azienda. In balia dello Stato, Vandelli, truffato e raggirato vive un grande disagio e dichiara“Avverto come una spada di Damocle sulla testa, non riesco a
star tranquillo. Vorrei che lo Stato mi tutelasse di più, anche perché i miei stessi familiari, dopo tutto quello che è successo, hanno iniziato a dubitare di me. E dire che volevo soltanto godermi la vecchiaia”.