Nel 2012 il signor Oliviero Biancato, elettricista 52enne di Marcon, era salito alla ribalta delle cronache per aver salvato una donna che voleva suicidarsi dopo aver visto che si era gettata nel Canal Salso. Oliviero stava passando con la sua auto e aveva assistito alla scena: “Ho visto una donna seduta sul parapetto del cavalcavia, l’ho subita notata malgrado stessi correndo in auto. Poi è caduta all’indietro finendo nelle acque del Canal Salso. Mi sono precipitato sulle rive e mi sono tuffato in acqua, così come ero, senza nemmeno togliermi le scarpe“. Questo gesto aveva salvato la vita alla donna.
Ora però il signor Oliviero è nei guai. Questa volta è lui a star male ma per tutta risposta è stato licenziato perché affetto da un tumore e fa troppe assenze. Da giugno del 2012 entra ed esce dagli ambulatori ospedalieri. Il carcinoma per cui era stato operato nel 2005 si è ripresentato e così si è sottoposto a nuovi cicli di cura. “I linfonodi recidivi non si possono più operare, attendo gli esiti dell’ultima tac“, racconta. “Rischia di essere la mia sentenza definitiva. Due diversi tipi di terapia e cinque cicli di chemio non sono bastati, ora sto per iniziare con nuovi farmaci“
La Ma.fra di Mestre, ditta specializzata in impianti elettrici industriali, lo ha licenziato e questo non lo ha aiutato certo a stare sereno. “È stato davvero un fulmine a ciel sereno“, spiega il signor Oliviero, “mi avevano sempre detto che non dovevo preoccuparmi e dovevo solo pensare a curarmi. Sono andato ad un incontro in azienda sperando di tornare quanto prima a lavorare e all’inizio mi hanno parlato dell’eventuale riduzione della paga di 35 euro al mese, per motivi economici, poi hanno girato il discorso e mi sono ritrovato in mano la lettera di licenziamento“.
Troppi giorni di assenza per malattia, neanche il consulente del lavoro a cui si è rivolto, ha potuto fare nulla: “Hanno operato secondo le prerogative del contratto nazionale dei metalmeccanici: dopo il superamento dei 274 giorni di malattia si può licenziare“, spiega l’uomo. “Però mi sento davvero vittima di questa legge assurda, non sono certo un finto invalido. È sempre stato il mio medico curante a prescrivermi i giorni di malattia, non sono un assenteista, dopo le flebo e i diversi cicli di cure mi tremavano le gambe e non riuscivo a fare niente, non avrei potuto lavorare. Rimanere senza lavoro in questa situazione è mortificante, non so cosa fare. A ottobre mi ero ripresentato e mi avevano obbligato a prendermi le ferie accumulate perché erano in crisi”.
Ora si troverà ad affrontare la sua malattia senza neanche la sicurezza di poter contare sul suo lavoro per potersi pagare l’affitto di casa. Il licenziamento pare sia irrevocabile.
Fonte Nuova Venezia