domenica 19 maggio 2013

In vendita isola ai Caraibi, costa meno di un appartamento in città

Di Ian Usher ne avevamo già parlato, lui è l’uomo che, dopo che la moglie lo ha lasciato, si è venduto tutto e ha stilato una lista dei desideri. Nell’elenco che ha stilato ha scritto cento cose che gli sarebbe piaciuto fare. Di queste, molte le ha soddisfatte, compreso comprarsi un’isola ai Caraibi. Ma cinque anni dopo aver preso la decisione di cambiare radicalmente la sua vita, il 49enne sta vendendo online il suo isolotto.

Per 250.000 dollari (190.000 euro), meno della metà del prezzo di una casa media in qualsiasi città italiana, il signor Usher sta offrendo la sua isola privata, che si trova in provincia di Bocas del Toro, nel nord ovest della costa di Panama. L’opportunità a prezzi accessibili è già presente sul suo sito ‘ Caraibi Life 4 Sale Usher, che è originario di Darlington, è stato devastato quando la moglie Laura lo ha lasciato dopo sei anni che erano emigrati a Perth in Australia occidentale. Quando la moglie se n’è andata ha venduto la loro casa e tutto ciò che conteneva, compresa l’auto e la moto d’acqua che possedeva.
Con il ricavato ha viaggiato per il mondo, armato di nient’altro che un elenco di obiettivi che voleva raggiungere. Per due anni ha vissuto la vita al massimo, e ha quasi messo la spunta su tutto nella sua famosa lista dei desideri. Ha nuotato con gli squali, ha fatto l’attore in un film di Hollywood e ha imparato a pilotare un aereo. Ha anche trovato l’amore, con una donna canadese chiamata Moe che ha incontrato nei suoi viaggi, prima di acquistare e poi costruire la sua casa sull‘isola, vicino al confine con il Costa Rica.
L’isola ai Caraibi viene fornita con la casa in legno che ha costruito da zero, barche a motore e le canoe che ha fatto con le sue mani e che gli servivano per esplorare l’isola. La casa è a energia solare con acqua piovana raccolta sul tetto e contiene tutto ciò di cui un potenziale acquirente potrebbe aver bisogno nella sua nuova vita. Sull’isola cresce la frutta esotica e il pesce abbonda. Ci sono anche le galline ruspanti per aver sempre le uova fresche.
Usher dice che è molto soddisfatto del periodo che ha trascorso li con la sua compagna e i suoi due figli, ma è ora alla ricerca di una nuova sfida. “E’ un bel posto, ma il prurito ai piedi del viaggiatore sta iniziando nuovamente a solleticarmi. Ho ancora una lunga lista di posti che voglio vedere, e io non posso farlo se sono sdraiato su un’amaca sorseggiando un margarita“.
5 buoni motivi per comprarla:
Proprietà: il compratore otterrà un acro di terra ai Caraibi e la casa composta da due camere nell’isola al largo della costa di Panama, nell’arcipelago tropicale di Bocas del Toro. Ci sono anche due bacini di legno , un solido bacino fatto da rocce, un grande capannone di stoccaggio, due barche a motore e un paio di kayukus (canoe stile locale)
La pace e la privacy: Per raggiungere la terraferma o la capitale di Panama, il proprietario può ottenere un motoscafo taxi o un idrovolante – quindi non ci sarà alcun trafficata autostrada costruita fuori dalla loro porta di casa.
Prezzo: Il denaro non sarebbe sufficiente a comprare neanche una casa a schiera di medie dimensioni in città.
Cibo: Il pesce fresco a prezzi stracciati insieme a ristoranti economici rendono questo luogo un sogno per chi ama mangiare i frutti di mare
Economia: Con un tasso di disoccupazione del 2,7 per cento, una industria del turismo fiorente e un boom economico, Panama è una meta ambita.
Ian Usher è convinto che i compratori non tarderanno a farsi vivi, e voi cosa state aspettando?
Foto e fonte Daily Mail

Turisti indignati, in giro per Roma hanno pagato 4 coni gelato 64 euro


Neanche li avessero consumati a tavolino un tale conto sarebbe giustificato. E si, perché questi quattro turisti inglesi che hanno preso 4 coni gelato, si sono visti presentare un conto di 64 euro, ben 16 euro a cono. 32 mila delle vecchie lire a gelato. Una vera esagerazione.A testimonianza del conto salatissimo, malgrado stessero mangiando un dolce, Roger Bannister, il fratello Steven, le loro mogli Wendy e Joyce, mostrano increduli lo scontrino. Quattro coni, con due cialde e tre gusti per un totale di 64 euro!
Passeggiano ‘scioccati’ per via della Vite (dietro piazza di Spagna), e fanno vedere a tutti quanto gli sono costati i 4 gelati: «E quando abbiamo pagato non ci hanno detto neanche grazie», sottolinea il signor Bannister specificando che non si sono neanche accomodati al tavolino, no, i 4 turisti li hanno presi e consumati in piedi. «Non ci siamo seduti al tavolino, non eravamo ai piedi della scalinata di Trinità de’ Monti, ma là, in quel bar all’angolo. Abbiamo preso il gelato per mangiarlo in strada.. .». Da un bar esce una commessa, sorride: «La scorsa settimana da noi sono entrati due turisti spagnoli che si lamentavano per lo stesso motivo…».
Un responsabile che preferisce rimanere anonimo non nega che quelli siano i prezzi: «Basta guardare, sono affissi ovunque. I prezzi sono quelli, in piedi o seduti non fa differenzaDentro quei coni entrano sette etti di gelato!». Il candidato al Primo municipio, Matteo Costantini, è il primo a raggiungere i turisti sotto choc per il prezzo del gelato: «Mi trovavo a passare, seguo ciò che accade, non è la prima volta che mi segnalano episodi simili. È uno scandalo che vengano trattati così, se diventerò presidente istituirò un numero verde. Mi sono offerto di rimborsare i soldi ma abbiamo deciso di dare la stessa cifra in beneficenza all’Amref». E i turisti confermano: «Non vogliamo avere i soldi indietro, vogliamo capire come sia possibile».
Fonte e foto Corriere

Sequestrate tonnellate di monete da 1 e 2 euro “Made in Cina”

Negli ultimi mesi presso l’aeroporto di Zaventem, Belgio, ’tonnellate’ di monete da uno e due euro, che provenivano dalla Cina sono state intercettate e sequestrate dagli agenti delle dogane. Nuove di zecca ma ovviamente false. Il made in Cina non si ferma davanti a niente! La notizia, pubblicata in esclusiva dal quotidiano economico fiammingo De Tijd, ha fatto il giro dei media del Paese, che ora si interrogano sull’efficacia delle misure messe in campo dalle autorità nazionali per contrastare il fenomeno. La portavoce della Procura, il sostituto Ine Van Wymeersch, ha detto poche parole per spiegare che allo stato «l’inchiesta non permette di dire se ci siano arresti. Alcuni sospettati sono stati identificati e che sono già stati raccolti vari indizi». Poi, rivolgendosi alla popolazione, raccomanda di non farsi prendere dal panico sulla possibilità di disporre o meno di monete false perché «non ci sono indicazioni che queste siano state messe in circolazione» su larga scala.

Su circa 16,5 miliardi di valuta metallica in uso, una ogni 100mila è “taroccata” e quella da due euro è prediletta dalle organizzazioni criminali, pari a due terzi del totale. Su 184mila falsi ritirati dalla circolazione, infatti 121mila erano da due euro, 32mila erano da uno, e 31mila da 50 centesimi. Nel gennaio 2011, la Banca centrale tedesca aveva scoperto che 29 tonnellate di monete contraffatte erano state scambiate con sei milioni di euro. Anche in quel casoerano stati arrestati quattro cinesi. E le indagini avevano messo in luce il coinvolgimento di alcune assistenti di volo compiacenti che facevano entrare le monetine nascondendole nelle loro valige. Da allora i Paesi europei hanno alzato la guardia per contrastare il fenomeno. Ma il Belgio – sempre secondo il quotidiano De Tijd – ha mantenuto una linea morbida, che con un effetto boomerang adesso rischia di danneggiare la sua stessa immagine e reputazione.
Fonte Secolo d’Italia

IL BUTTAFUORI NON LI FA ENTRARE IN DISCO: SPARANO TRA LA FOLLA,

SALERNO - Un sabato sera di ordinaria festa si è trasformato in una notte di terrore davanti alla discoteca "Dolce vita", a Pontecagnano, nel salernitano. Due uomini dopo avere avuto un diverbio con due buttafuori del locale hanno impugnato la pistola e iniziato a sparare. Grave il bilancio: due buttafuori sono stati feriti e con loro anche un cliente. I tre sono stati portati all'ospedale di Battipaglia. Le loro condizioni non sono gravi. Davanti alla discoteca sono arrivati i carabinieri di Battipaglia e del comando provinciale di Salerno che hanno avviato le indagini per fare chiarezza sul gravissimo episodio. Un giovane di 22 anni è stato condotta in caserma dove attualmente è sotto interrogatorio. Gli investigatori stanno esaminando la sua posizione per poi decidere se arrestarlo o meno.

IL 31 MAGGIO UN ASTEROIDE SFIORERA' LA TERRA. GLI ESPERTI ASSICURANO.....


Un asteroide sfiorerà la terra venerdì 31 maggio. 
"Non dobbiamo farci prendere dal panico, ma prestiamo attenzione", così ci stanno preparando all'imminente avvicinamento della roccia spaziale 1998 QE2, il nuovo asteroide che tra pochi giorni passerà a distanza ravvicinata dalla Terra. A segnalarne la presenza è stato il Jet Propulsion Laboratory della Nasa che attraverso il Programma Neo monitora gli oggetti che orbitano attorno al nostro pianeta. 

SOTTO OSSERVAZIONE DA 15 ANNI
Gli scienziati, che ne sono a conoscenza da 15 anni, non sono in grado di formulare ipotesi sulla sua provenienza. Ma la misteriosa sostanza fuligginosa che ne ricopre la superficie potrebbe farla risalire ai resti di una cometa che si è avvicinata troppo al Sole. "E' davvero un asteroide immenso, della stessa grandezza di quello che ha estinto i dinosauri - commentano gli scienziati - ma fortunatamente siamo in grado di seguirlo bene e siamo certi che non ci toccherà". Il 31 maggio passerà dalle nostre parti a 5,8 milioni di chilometri, circa 15 volte la distanza tra la Terra e la Luna. Dal diametro di 1,4 chilometri, QE2 offrirà la possibilità di osservare da vicino una roccia spaziale, anche agli appassionati di astronomia vicini ai centri, dotati di un telescopio radar. "Ci aspettiamo di ottenere una serie di immagini ad alta risoluzione che potrebbero rivelarne la ricchezza delle caratteristiche di superficie", ha detto l'astronomo Lance Benner, ricercatore principale di Goldstone.


(Fonte Leggo.it)

Guarisce dal tumore ma deve rimborsare la Ausl

Non ci si può neanche più curare come meglio si crede, non si può cercare di salvarsi la vita con metodi alternativi alle cure che il servizio sanitario nazionale ha in serbo per noi. Neanche se si sconfigge la malattia e ci si salva. No, non si può.Barbara Bartorelli l’ha fatto e ora i giudici la costringono a pagare le cure all’Ausl di Bologna.

Barbara ha 4o anni ed è una piccola imprenditrice di Bologna. 9 anni fa ha scoperto di avere il linfoma di Hodgkin, una forma tumorale che prende il nome dal suo scopritore. Si sottopone quindi alle cure tradizionali, fa 4 cicli di chemioterapia ma non ci sono miglioramenti, anzi, la malattia ritorna più aggressiva. L’alternativa restava solo più il trapianto del midollo osseo ma senza nessuna garanzia. La donna non vuole rischiare, non se la sente di “farsi ridurre a zero le difese immunitarie e di assumere grandi quantità di antibiotici”.
Decide quindi di provare con il metodo Di Bella. Inizia a migliorare, a stare meglio fino a guarire completamente. Per pagarsi le cure l’hanno aiutata gli amici che, per lei, hanno addirittura organizzato dei tornei di calcio per raccogliere fondi. Barbara stava finalmente bene. Decide quindi, d’accordo con gli avvocati che l’assistono di fare causa alla Ausl per ottenere il rimborso.
Nel 2004 ottiene un decreto d’urgenza e nel 2006 la conferma della sentenza: l’Ausl deve pagare, anche perché Barbara, all’epoca, non aveva il reddito per sostenere quelle spese. Ci sono anche le perizie di un gruppo di oncologici a rinsaldare la decisione dei giudici, ma l’Ausl impugna la sentenza e, pochi giorni fa, ottiene un verdetto completamente ribaltato in Appello. I giudici decidono che deve restituire i soldi delle terapie41 mila 178 euro. Perchè  la sua malattia  ”non si poteva curare” come ha fatto lei e cioè con il metodo Di Bella.
La motivazione: “Una sperimentazione ministeriale stabilì che era inefficace”. Poi poche righe più sotto si legge che “la malattia di Barbara non era fra quelle oggetto di sperimentazione nel 1998″ (la cura Di Bella non venne testata  sul suo tipo di linfoma, ma su un altro).
L’amarezza della donna: «La gioia per essere guarita è devastata dall’amarezza per il nostro sistema burocratico e giudiziario. Mi sono ammalata nel 2003 e mi sottoposi a quattro cicli di chemioterapia. Fu tutto inutile, e non volevo rischiare con un trapianto. Così optai per la cura Di Bella».
Ora farà ricorso in Cassazione e si rivolgerà alla Corte europea dei diritti dell’uomo: «E’ ingiusto questo sistema che ti obbliga a pagare se guarisci: ho la colpa di essere guarita? Non è uno Stato quello che ti impedisce di curarti». Poi si domanda: «E se non mi fossi curata con la terapia Di Bella? Non so dove sarei ora. Tra l’altro l’Ausl avrebbe pagato molto di più per le cure tradizionali».


Falso invalido va a Lourdes per fingere la guarigione, cade e torna in sedia a rotelle


A volte i miracoli si avverano, quelli dei furbetti però. Proprio a Lourdes è accaduto il “miracolo” che ha punito un falso invalido che si intascava da 15 anni la pensione e godeva di tutti i benefici che hanno le persone che disabili lo sono sul serio.
Il signor Alfonso Gennaro Carinci di Sorrento, erano ben 15 anni che fingeva di essere disabile, era prossimo alla pensione ed era stanco di recitare quel ruolo, cosa c’era di meglio che recarsi a Lourdes, alzarsi finalmente dalla sedia a rotelle e gridare “al miracolo”? Il signor Gennaro quindi parte e si reca a Lourdes, mette in atto la sua rappresentazione e tutto va secondo i suoi piani, anche i pellegrini hanno gioito con lui. Ma la giustizia che a volte è anche terrena, oltre che divina, ha fatto si che l’uomo, a causa della pioggia, scivolasse su una scalinata.
Prontamente soccorso, l’uomo non riusciva a muoversi, portato in ospedale la diagnosi è stata di una frattura ad una vertebra. La sedia a rotelle, questa volta gli servirà davvero.
L’uomo comunque non demorde e, a suo dire, si ritiene ugualmente miracolato: appena rientrato in Italia è stato sottoposto a controlli per verificare se fosse un invalido. Ovviamente questa volta aveva ragione lui, disabile lo era diventato davvero.

Donna ha 100 orgasmi al giorno: «Una vita di piacere? No, un’agonia»


Qualsiasi cosa faccia, qualsiasi movimento le causa un orgasmo, basta proprio poco per innescarli. La sua è una malattia conosciuta con il nome di Persistent Genital Arousal Disorder.
Lei è una infermiera professionale di 44 anni, si chiama Kim Ramsey è originaria di Hitchin, Herts, ma residente a Montclair, nel New Jersey e non ne può davvero più di provare piacere anche cento volte al giorno. Si è sfogata sul The Sun dove ha dichiarato: «Alcune donne ardono dal desiderio di riuscire ad avere un orgasmo. Io vorrei soltanto smettere di averne». La sua vita non è certo una passeggiata e non è sicuramente piacevole, Kim arriva alla sera che è esausta e stanchissima. Secondo quanto dichiarato dai medici, alla donna è stato diagnosticato un disturbo incurabile, che è causato da una persistente eccitazione genitale e che dipende dalle cisti spinali che si sono sviluppate dopo che la donna è caduta dalle scale 10 anni fa. Ogni minimo movimento la porta ad eccitarsi.
L’ultima sua relazione risale al 2008, ha avuto orgasmi per quattro giorni di seguito, in quell’occasione provò anche a mettersi una confezione di piselli surgelati pur di “sbollire” un po’. La sua vita sociale è oramai compromessa e non ci sono cure atte a risolvere il suo problema.
Fonte The Sun

Diventa omosessuale prendendo un farmaco, risarcito con 200.000 euro


Ancora una volta un farmaco che dovrebbe aiutarci a guarire, si trova al centro di una causa giudiziaria: non ha curato ma ha fatto “ammalare” il signor Didier Jambart di 52 anni, che prima di allora era un uomo in tutti i sensi, un padre e un marito esemplare, un membro onesto della comunità di Nantes nella Francia occidentale.
Non molto tempo fa avevamo scritto di quel ragazzo che si era suicidato in seguito all’assunzione di Roaccutane, un farmaco per curare l’acne, oggi è la volta di questo signore,
A Dieder gli era stato diagnosticato il Morbo di Parkinson e come cura gli era stato dato il farmaco Requip. La causa è stata incentrata sul fatto che nel giro dei due anni successivi all’assunzione di quel medicinale l’uomo era diventato dipendente dal sesso omosessuale e dal gioco. Era così dipendente da entrambi i suoi vizi che ha venduto anche i giocattoli dei suoi figli per raccogliere fondi e pubblicizzare se stesso su siti internet gay per trovare partner sessuali. Ieri gli sono stati riconosciuti 200.ooo euro a titolo di risarcimento dopo che un tribunale a Rennes, in Francia, ha accolto le sue affermazioni.
La rivoluzionaria decisione è stata presa dal giudice d’appello, che ha condannato la GlaxoSmithKline, il gigante farmaceutico britannico, a rimborsarlo. La moglie Christine era accanto a Dieder quando l’uomo alla lettura della sentenza è scoppiato in lacrime, felice che il giudice avesse accolto la sua richiesta dichiarando che la sua vita era diventata ‘un inferno’, dopo aver iniziato a prendere il Requip.
Il giudice ha riconosciuto un rimborso superiore a quello richiesto dopo aver constatato che c’erano ‘gravi, precise e convergenti’ prove del fatto che il medicinale ha causato la trasformazione di Dieder. L’uomo aveva tentato per otto volte il suicidio rendendosi conto di ciò che era diventato, si vergognava per la moglie, per i figli e per se stesso, ha aggiunto che per lui questi soldi non sono un regalo poiché nulla potrà restituirgli gli anni di dolore, era dal 2003 che aveva cominciato a prendere quel farmaco.
Dieder, ex direttore di banca, consigliere comunale e padre di due figli, ha detto alla corte che aveva svuotato il suo conto in banca, aveva venduto i giocattoli dei suoi figli e rubato soldi ai colleghi di lavoro, amici e vicini di casa. In totale ha giocato per un totale di 82.000 euro, per lo più scommesse internet sulle corse di cavalli, e spesi su siti vari in una ‘frenetica ricerca di sesso gay’.
Il suo comportamento è tornato alla normalità quando è capitato, nel 2005, su un sito web che collegava l’assunzione di Requip a determinate dipendenze e da allora  ha smesso di prenderlo. La Corte ha inoltre saputo che gli avvertimenti circa gli effetti collaterali del Requip erano stati resi pubblici solo nel 2006. Dieder ha commentato che la GSK avrebbe dovuto informare i pazienti in precedenza non dopo che il farmaco circolava da anni. Nonostante ciò conferma che il Requip è un ottimo farmaco contro il Parkinson ma gli effetti collaterali non sono da sottovalutare.
Fonte DailyMail


Come risalgo al tuo viso dal Dna, basta una sigaretta o una gomma

In epoca in cui ci preoccupiamo per le nostre impronte digitali o le prove ambientali, che dire delle tracce genetiche che ci lasciamo alle spalle? Un’artista di Brooklyn si è posta la domanda e ha creato da queste informazioni dei modelli in 3D di volti anonimi utilizzando solo il loro DNA raccolto tutti i giorni dagli elementi di scarto come la gomma da masticare, mozziconi di sigarette, e ciocche di capelli caduti.
Heather Dewey-Hagborg detto che questi rendering hanno solo una ‘somiglianza’ ai soggetti originali, in quanto sarebbe quasi impossibile da replicare esattamente l’aspetto di qualcuno. Nel suo progetto, intitolato ’ Stranger Visions,  Dewey-Hagborg è stata inizialmente incuriosita dalle informazioni che le persone lasciano dietro di sé. Da una ciocca di capelli, si può risalire ai tratti ereditari di base, tra cui il colore dei capelli, colore degli occhi, etnia e sesso. Tuttavia, i suoi rendering in 3D si basano solo su colore degli occhi, il sesso, ed etnia materna.

«L’età non è uno dei fattori che sto utilizzando – spiega l’artista. - Si tratta di informazioni che stanno diventando sempre più disponibili. In questo momento, sono nella gamma dei 20 e qualcosa. Ma potrebbero essere otto o 80. Geni dominanti, come i capelli castani e gli occhi marroni, sono difficili da prevedere. C’è una probabilità dell’80 per cento che questa persona ha gli occhi marroni e il 20 per cento di probabilità che abbia gli occhi verdi», ha detto al sito web.
Ha analizzato i campioni grazie ad un software che ha creato lei stessa.

Come risalgo al tuo viso dal Dna, basta una sigaretta o una gomma [VIDEO]

Inserito in Primo pianoScienze, Tecnologie e Web | Scritto lunedì, 11 febbraio 2013 | Autore Fabiana Cipro Commenta per primo
La realizzazione in 3D dei visi delle persone grazie a gomme da masticare, sigarette o capelli
In epoca in cui ci preoccupiamo per le nostre impronte digitali o le prove ambientali, che dire delle tracce genetiche che ci lasciamo alle spalle? Un’artista di Brooklyn si è posta la domanda e ha creato da queste informazioni dei modelli in 3D di volti anonimi utilizzando solo il loro DNA raccolto tutti i giorni dagli elementi di scarto come la gomma da masticare, mozziconi di sigarette, e ciocche di capelli caduti.
Heather Dewey-Hagborg detto che questi rendering hanno solo una ‘somiglianza’ ai soggetti originali, in quanto sarebbe quasi impossibile da replicare esattamente l’aspetto di qualcuno. Nel suo progetto, intitolato ’ Stranger Visions,  Dewey-Hagborg è stata inizialmente incuriosita dalle informazioni che le persone lasciano dietro di sé. Da una ciocca di capelli, si può risalire ai tratti ereditari di base, tra cui il colore dei capelli, colore degli occhi, etnia e sesso. Tuttavia, i suoi rendering in 3D si basano solo su colore degli occhi, il sesso, ed etnia materna.
«L’età non è uno dei fattori che sto utilizzando – spiega l’artista. - Si tratta di informazioni che stanno diventando sempre più disponibili. In questo momento, sono nella gamma dei 20 e qualcosa. Ma potrebbero essere otto o 80. Geni dominanti, come i capelli castani e gli occhi marroni, sono difficili da prevedere. C’è una probabilità dell’80 per cento che questa persona ha gli occhi marroni e il 20 per cento di probabilità che abbia gli occhi verdi», ha detto al sito web.
Ha analizzato i campioni grazie ad un software che ha creato lei stessa.
Foto e fonte Daily Mail

Cani con collant e tacchi a spillo, la nuova mania che impazza sul web

Decisamente di dubbio gusto anche se magari a qualcuno può far sorridere, ma i cani non sono certo nati per indossare collant e tacchi a spillo. Neanche noi se è per questo, ma almeno se decidiamo di farlo è una nostra libera scelta, per loro è una nostra imposizione. Premesso questo, la nuova mania che sta impazzando sul web arriva dalla Cina.

Chi possiede degli animali domestici è già da tempo che veste il proprio cagnolino con qualsiasi cosa, da gonne e abiti a elaborati costumi di Halloween, quindi perché mettergli anche collant e tacchi alti? 
I cani non paiono così divertiti....
Non mi sembrano neanche a proprio agio....
Di recente, i proprietari dei cani in Cina stanno postando le immagini “divertenti” dei loro cuccioli in collant sul popolare sito Weibo scherzando sul come sono sexy i loro amici pelosi in calzamaglia e tacchi alti. La strana tendenza che sta spopolando in Cina ha catturato l’attenzione dello Sharp Daily, sul sito di Hong Kong.
La maggior parte dei cani in foto sono raffigurati come ‘cagnolini boudoir’, con le zampe posteriori infilate in collant neri o color carne e vengono ripresi dalla telecamera. Il proprietario di un Chow Chow rosso ha apparentemente imbellettato anche il pelo sulle “guance” del suo cane e lo ha vestito in calzamaglia nera.
Il povero Chow Chow con anche il blush sulle guance
Alcuni utenti hanno la tendenza di fare anche di più, come un proprietario che ha deciso di vivacizzare il servizio fotografico mettendo tacchi a spillo in pelle nera sui suoi due Labrador. Un altro ancora ha messo sul suo Chow Chow un paio di Uggs con la stampa a Zebra per il suo splendido cucciolo bianco.

Trova suo figlio in vendita sul web

I pericoli di Internet hanno colpito una madre di Abington, contea di Plymouth nello stato del Massachusetts, quando ha trovato il proprio figlio in vendita su Craigslist. Faceva parte di una truffa sulle adozioni internazionali. Il piccolo Jacob Brennan era occupato a giocare con i suoi giochi quando sua madre, Jenni, ha ricevuto quella che lei chiama una e-mail scioccante da parte di una sua amica su cui c’era scritto: ‘Penso che dovresti sapere che qualcuno sta usando la foto di Jake in una truffa sulle adozioni‘.
La mamma ha raccontato che in un primo momento ha trovato difficile credere a quello che stava leggendo, ma nella e-mail c’era anche il link di collegamento al sito e quindi, almeno per scrupolo, ha guardato. L’annuncio prometteva che un “bimbo piccolo e simpatico” era disponibile per l’adozione, ma non c’era la foto.

La foto del piccolo Jacob che ha ricevuto nella mail di risposta
Mamma Brennan ha deciso che doveva indagare e si è messa all’opera:  ha inviato una e-mail all’indirizzo indicato. Ha subito ricevuto una foto nella sua casella di posta. “Mi hanno mandato una foto di Jake“, ha detto la donna. “E ‘stato orribile. Non avrei mai pensato neanche in un milione di anni che avrei potuto avere una reazione emotiva così forte“.
L’e-mail di risposta affermava che suo il figlio era canadese e viveva in un orfanotrofio in Camerun e le chiedeva 300 dollari per poter iniziare il processo di adozione. “Quando mi sono resa conto che mio figlio era stato utilizzato in una truffa, mi sono veramente arrabbiata, incredibilmente arrabbiata“, spiega la mamma. La Brennan ha scoperto che la foto era stata presa dal suo blog di famiglia. “So che altre persone avevano accesso al blog, ma non pensavo che qualcuno avrebbe potuto prendere la foto di mio figlio per uno scopo così brutto“. La signora Jenny si è quindi rivolta all’FBI e all’ufficio del Procuratore Generale del Massachusetts. La mamma ha infine limitato l’accesso al suo blog di famiglia.
LEGGILO

sabato 18 maggio 2013

Durante una corsa notturna, l'autista si ritrova in strada....CLICCA LA FOTO X SAPERNE DI PIU'


San Antonio, Texas. Una tragedia sfiorata nel cuore della notte ha fatto scoppiare il caso negli Stati Uniti e ora tutto il web ne parla.

Una sera come tante altre, l'autista di autobus Mike Hubbard stava prestando servizio sulla South Flores, quando ha avvistato qualcosa in mezzo alla strada: "Da lontano, non riuscivo a capire cosa fosse. Sembrava un cane, un qualcosa in movimento, ma non avevo idea... Così ho rallentanto e poi ho capito che si trattava di una bambina molto piccola che stava lì, in mezzo alla strada".

Hubbard si è precipitato fuori dalla vettura per accertarsi delle condizioni della piccola, Destiny Flores, ma proprio in quel momento è sopraggiunto il padre che l'ha riportata in casa senza dire una parola. La madre, la 25enne Catherine Gonzales, che si dice mortificata per l'accaduto, ha subito ribattuto: "E' stato un incidente. La bambina è uscita di casa senza che ce ne accorgessimo. Sarebbe potuto succedere a chiunque"...

Fonte: woai.com

venerdì 17 maggio 2013

Uomo affetto da vampirismo

I medici in Turchia hanno descritto l’uomo che è diventato dipendente dal bere sangue umano come affetto da ‘vampirismo’Il 23enne, che è sposato, ha iniziato ad effettuare tagli sulle sue braccia, sul petto e sullo stomaco con delle lamette, per poi raccogliere il sangue in una tazza in modo da poterlo bere. Ben presto è diventata una ossessione per lui e ha iniziato a cercare altre fonti per alimentare la sua abitudine che ha descritto come ‘più importante del mio respiro’.

Secondo il rapporto pubblicato ieri dal Journal of Psychotherapy and Psychosomatics, il 23enne ha anche ottenuto che il padre gli procurasse sacche del fluido corporeo da banche del sangue. L’uomo, il cui nome non è stato rivelato nella relazione, è stato arrestato diverse volte dopo aver accoltellato e morso gli altri al fine di raccogliere e bere il loro sangue. Ha anche sviluppato personalità multiple e soffre di amnesia. Nel rapporto si legge: «Forse a forza di passare da uno stato all’altro delle sue personalità, durante i “sanguinosi” eventi, non gli importa chi è la vittima tanto più che lui non ricorda nulla».
I medici che si stanno occupando del suo caso, credono che il suo comportamento sia una reazione agli eventi terribili della sua vita, è stato testimone di un omicidio in cui uno dei suoi amici ha tagliato il pene e la testa della vittima. E’ stato traumatizzato dalla morte della figlia di 4 mesi, e dall’omicidio di suo zio. I professionisti, guidati da Direnc Sakarya, dell’Ospedale Militare Denizli nel sud-ovest della Turchia, ha fatto per il 23enne una diagnosi di disturbo dissociativo dell’identità (DID), disturbo post-traumatico da stress (PTSD), e depressione cronica causata dall’abuso di alcol. In base alle loro conoscenze, l’uomo è il primo paziente affetto da ‘vampirismo’ e DID. Gli autori dello studio hanno anche affermato che il DID è spesso legato ad abusi nell’infanzia e a stati di abbandono.
La madre del “tossicodipendente da sangue” è stata descritta come violenta e lo ha aggredito in vari episodi quando era bambino, ma l’uomo ha detto di non avere neanche un ricordo della sua infanzia, gli mancano sei anni della sua vita, dai 5 agli 11. L’uomo si sentiva torturato da un ‘compagno immaginario’, che lo ha costretto a compiere atti di violenza e un tentativo di suicidio. In una nota, sei settimane dopo un trattamento, i medici hanno detto dell’uomo che beve sangue, che le sue abitudini sono in remissione, ma i suoi sintomi dissociativi persistono, aggiungendo che i farmaci somministratogli hanno avuto la funzione di sonnifero ma non lo hanno certo curato.
L’uomo non ha subito effetti negativi sul suo fisico dalla sua abitudine raccapricciante, ma il corpo umano non è ben adattato per la digestione del sangue. Mentre piccole quantità possono essere innocue, chi consuma il sangue corre spesso il rischio di emocromatosi – un sovradosaggio di ferro – o di contrarre malattie a trasmissione sanguigna, come l’HIV se il sangue proviene da altre persone.
Fonte Daily Mail

Bimbo di 2 anni imprigionato nel corpo di un ottantenne

A guardarlo Marshall Huburn può apparire come un bambino di due anni sano, spensierato e felice ma ha una malattia invalidante. Il piccolo, che è di Birmingham, soffre di artrite in una bruttissima forma. La ha nella mascella, schiena, fianchi, ginocchia, gambe, gomiti, piedi, caviglie e ad ogni dito. Ogni 12 settimane, Marshall va con sua madre Hayley, 23 anni, per fare il drenaggio ad 80 delle sue articolazioni. Gli fanno la procedura in anestesia totale presso il Children Hospital di Birmingham. Settimanalmente, a casa sua, è sottoposto anche alla chemioterapia per alleviare il suo dolore. A Marshall è stata diagnosticata l’artrite giovanile poliarticolare idiopatica quando aveva solo 18 mesi.

Marshall in vari momenti nelle sue giornate "buone"
La mamma, che è attualmente incinta del suo quinto figlio, e il marito Frank, 41 anni, si sono resi conto che qualcosa non andava mentre guardavano Marshall che tentava di muovere i primi passi. «I suoi piedi continuavano a girare verso l’esterno quando ha provato a camminare. Era molto goffo. Lo abbiamo portato dal nostro medico per farlo controllare. Ma non avremmo mai immaginato che potesse avere l’artrite – racconta la madre. – Ho sempre e solo pensato che fosse qualcosa che si ha da anziani. Ero assolutamente sbalordita. Il medico mi ha detto: “so che non è una buona notizia…..”. Ricordo ancora le sue parole, è stato uno shock. Ero preoccupata che anche gli altri miei figli potessero averla, ma ha detto che era molto improbabile».
La signora Huburn, che è incinta di tre mesi e ha altri tre figli, Frankie e Sommer di quattro anni e Caitlyn di sette mesi, ha detto che in un primo momento ha lottato per accettare che il figlio dovesse fare la chemioterapia: «Gli effetti collaterali del trattamento possono includere insufficienza epatica, insufficienza renale e cancro del sangue. Marshall può camminare. Nei giorni “buoni” è ancora molto instabile anche se cade un bel po’ di volte. Poi, nei giorni “cattivi”, non può proprio muoversi. Lui urla per ore. Si appoggia contro il muro per cercare di alzarsi, ma non ce la fa. Circa tre o quattro mesi dopo che gli è stata diagnosticata l’artrite, letteralmente non poteva muoversi, non poteva stare in piedi, sempre, ogni giorno. Quando ci sono i giorni “buoni” ormai, è un sollievo».
Per Marshall i medici non hanno molte risposte, non sanno dire da cosa sia stata causata la sua patologia. L'artrite giovanile poliarticolare idiopatica, colpisce dai 10 ai 15 mila bambini in Gran Bretagna
Non è facile per la giovane mamma assistere impotente: «Quando lo vedo alzarsi in realtà mi stupisco, è come vederlo “vivere”. Gli altri miei figli vogliono giocare con lui. Anche lui lo vorrebbe, e cerca di fare tutte le cose che Frankie e Sommer fanno ma non sempre riesce. Ma lui continua a provarci. Quando lo vedo sorridere è un regalo immenso, dopo aver visto tutto quel dolore nei suoi occhi. Tu non sai quello che ogni giorno sente. Un giorno si alza alza ed è in giro per casa, il giorno dopo non riesce a muoversi. Marshall poi non può parlare così è difficile per lui per farci sapere come si sente.  A volte potrebbe urlare per il dolore, ma mi guarda e sul suo volto compare un sorriso. Mi fa sentire felice. Le volte che proprio non ce la fa a sopportare i dolori, urla e mi sento malissimo, non posso fare nulla per impedirlo»
La mamma ha detto che i medici non sono riusciti a identificare il motivo per cui Marshall ha sviluppato l’artrite. 
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Sara Tommasi non si ferma, on line un nuovo film hard


E’ online il film ‘Vip, Sesso e Potere’: terza pellicola luci rosse, interpretata da Sara Tommasi con la partecipazione del ex gieffino Nando Colelli.

Dopo le infinite polemiche seguite all’uscita degli altri film per adulti realizzati dalla Tommasi, Sara ha deciso di dedicarsi completamente al mondo del cinema a luci rosse intraprendendo la carriera dei attrice hard e pubblicizzando le sue pellicole in lungo e in largo. Insomma l’idea di tornare ad una vita “normale” sembra aver abbandonato del tutto la mente di Sara.
(fonte: Videoitaliano.org)

Inseriscono il pilota automatico e vanno a farsi una pennichella in prima classe...

Il pilota di un Boeing 747, decollato da Bangkok e diretto a Delhi, con 160 passeggeri a bordo ha avuto proprio una bella idea, a metà del volo: ha lasciato, insieme al co-pilota, la cabina di pilotaggio e i comandi del jet a due assistenti di volo per andare a farsi una “pennichella” in prima classe. Le due hostess, all'inizio hanno egregiamente "coperto" i colleghi assenti, ma poi prese da un eccesso di sicurezza e dall'emozione di sedere in cabina di pilotaggio, hanno  provocato il temporaneo disinserimento del pilota automatico, costringendo i piloti a svegliarsi per riprendere il controllo del jet. Fortunatamente l’aereo ha proseguito senza altri intoppi  il volo normalmente con i 2 piloti saldamente ai comandi. 

Secondo voi sono vere?

Sicuramente la gentile signora ritratta in questa fotografia avrà bisogno di reggiseni e abiti fatti su misura, viste le dimensioni del suo decoltè ma secondo voi avrà anche fatto una capatina dal chirurgo platistico?
Ai posteri l'ardua sentenza

Non riuscivo ad accettare mio figlio, il suo gemello mi ha insegnato ad amarlo

Per la maggior parte delle madri, l’istante in cui vedono per la prima volta il loro bambino dopo il parto è un momento pieno di amore e di affetto. Per Charlene Machin, è stato un momento di terrore, suo figlio era nato con la metà del volto mancante. I medici hanno scoperto che Harry era nato con una grave malformazione del viso quando la 33enne aveva dato alla luce i gemelli..

Mamma Charlene, di Stoke-on-Trent, ha ricordato come, quando i suoi figli Oliver e Harry sono nati sette anni fa, continuava a chiedere scusa al marito Mark dopo aver sentito la notizia. «Mi avevano appena sottoposta al parto cesareo per i gemelli. I medici, subito dopo la nascita, avevano portato via Harry immediatamente e non ero stata in grado di vederlo. Ho solo visto il medico che ha alzato la mano sul suo viso e ha fatto uno strano gesto dicendomi: “E’ come se il suo volto sia stato cancellato completamente. Non ha gli occhi da questa parte, neanche l’orecchio e la narice” – continua a raccontare la mamma. – Ho cominciato a piangere e continuavo a dire a Mark che mi dispiaceva. Mi sentivo come se fosse colpa mia. L’ho visto la mattina seguente e sono rimasta sconvolta. Metà del suo viso mancava, semplicemente non c’era. Come aveva detto il medico, era come se fosse stato cancellato. Mentre lo coccolavo per la prima volta, ondate di terrore si impossessavano di me. Come avrei potuto amare questo bambino? La gente suppone che l’istinto materno entra in funzione non appena si tiene il bambino tra le braccia per la prima volta. Il mio non lo ha fatto. Non ho sentito nulla, solo il vuoto. Ho accennato un sorriso sul mio volto, ma dietro il sorriso, io ero a pezzi. Non riuscivo a voler bene a mio figlio quando l’ho visto. Ho sentito dolore – il dolore per una vita che sentivo mi era stata presa, una vita normale, quella che Harry avrebbe dovuto avere»
I Machins erano entusiasti quando avevano scoperto che Charlene era incinta di due gemelli.  Alla trentaduesima settimana, alla mamma si erano rotte le acque e ha dovuto fare un parto cesareo di emergenza per far nascere i bambini perché Oliver era in posizione podalica. Solo quattro ore più tardi i medici sono tornati hanno spiegato loro le condizioni di Harry. Il bambino è stato trasferito all’Hope Hospital di Salford, Manchester, dove è stato sottoposto a vari controlli per escludere eventuali problemi renali, della colonna vertebrale o del cuore. A parte la malformazione del viso, Harry godeva di ottima salute.
Ora, sette anni più tardi, la signora Machin ha superato la paura e la tristezza che provava quando aveva visto Harry per la prima volta. I suoi figli sono energici, adorabili e tra loro sono come i migliori amici. Oliver è “ferocemente” protettivo nei confronti di Harry. Mamma Charlene ha imparato a superare il suo orrore iniziale grazie a suo figlio che lo ha accettato per quel meraviglioso bambino che è. La donna racconta delle difficoltà che ha dovuto affrontare inizialmente: «Era diverso anche alimentarlo. Per quanto mi sforzassi non riuscivo proprio a provare niente per lui. Non riuscivo neanche a portarli in giro nel passeggino doppio che avevo acquistato per loro prima che nascessero. Dopo un po’ di tempo presi il coraggio tra le mani e li portai fuori casa. Il passeggino doppio attirò l’attenzione e la gente mi fermò per guardarli, in molti quando videro Harry scapparono, alcuni addirittura urlando».
Malgrado tutto mamma Charlene ha capito che doveva affrontare la situazione: «Mi ci è voluto molto tempo per iniziare ad amare il mio bambino. E’ stato quando aveva due anni che finalmente lo amavo correttamente, come avevo sempre immaginato che mi sarebbe piaciuto amare i miei figli. Ho accettato gradualmente il suo aspetto. La svolta è avvenuta quando aveva 18 mesi e portai i gemelli con me a fare shopping. Non appena entrai in un negozio, i bambini corsero a guardare i gemelli, mi sentivo come il pifferaio magico mentre camminavo attraverso il negozio con loro affianco a me, li fissavano e li puntavano. Ne avevo abbastanza. Era il momento di aiutare Harry ad affrontare il mondo. Mi voltai di scatto e dissi: “Questo è Harry”. I bambini mi chiesero che cosa c’era di sbagliato in lui. Così glielo spiegai. E poi mi sentii più forte. Invece di cercare di nascondere mio figlio, avrei affrontato il mondo a testa alta».
Per la donna, da quel momento in poi, non è stato comunque tutto in discesa. Doveva lavorare ancora molto su se stessa:  «Da allora porto spesso i gemelli fuori casa. E ancora oggi non è facile. Non posso prevedere come la gente reagisce quando lo vede. Gli adulti sgranano gli occhi e sussurrano e talvolta i bambini urlano e scappano da lui. I gemelli sono buoni amici tra loro, e Oliver si arrabbia con chi guarda o fa commenti su Harry. E’ difficile anche per Oliver affrontare questa situazione e il mio cuore si stringe quando vedo come lo protegge. Di recente siamo stati ad un parco a Birmingham e ho sentito Oliver dire a un gruppo di bambini “E’ mio fratello. Non importa quello che sembra”. Mi si spezza il cuore a sentirlo. Sono contenta che Harry avrà sempre Oliver lì per aiutarlo a superare gli ostacoli della vita. E’ così protettivo nei confronti di suo fratello. Sono molto orgogliosa di entrambi»
Oggi che i gemelli hanno 7 anni, mamma Charlene ha voluto finalmente raccontare la sua esperienza e spera possa aiutare le mamme che hanno vissuto, vivono o vivranno la sua situazione: «Non ho vergogna ad ammettere che non riuscivo a voler bene a mio figlio quando è nato. Non voglio che la gente pensi che è facile amare un bambino che ha problemi come Harry, non appena nasce. Ho raccontato la mia storia per dare speranza ad altre mamme che possono trovarsi nella mia posizione. Perché non bisogna rinunciare alla speranza – ho imparato ad accettare la deformità di Harry e l’amore che ho per entrambi i miei figli è veramente forte. Sono molto orgogliosa di quello che Harry ed io abbiamo realizzato insieme. Il nostro legame sarà inscindibile per sempre. Grazie anche a Oliver che, malgrado fosse così piccolo, mi ha insegnato ad amarlo».
Foto e fonte Daily Mail